domenica 10 gennaio 2010

Ricordando... ...la tombola di Padre Carmelo.


C’erano ancora i bracieri (le "conche"), in quelle sere d’Inverno dei primi anni novanta, e le stufe quelle piccole, elettriche, coi tre tubicini incandescenti e i due bottoni per accenderne solo due o tutt’e tre. Le stanze troppo grandi per essere calde, volentieri ci s’acquattava sotto le coperte, quelle pesanti e marroni o a quadrettoni rossi e neri. Meglio erano le cucine a legna che, allora, come ora, facevano l’aria densa e pesante di calore. Tra panettoni, fichi secchi e noci, a completare il quadro l’albero di Natale fitto di luci e “stelle filanti” iridescenti e colorate, rosse, verdi e gialle e grosse come i salami che ora non s’usano più. C’erano pure, sicuro più c’adesso, le radio nelle nostre case.

Non poteva la nostra memoria, in queste sere d’Inverno, tra tombole e sett’e mezzo, non andare a quei tempi, quando Padre Carmelo, sull’esempio di Padre Pippo, faceva la tombola alla radio dalla chiesa di Casale, fredda e umida, allora come oggi. “Unni Ricu” e “unni Luigi” si compravano le schede per giocare da casa. Poi, a sera, Padre Carmelo e qualche decina di parrocchiani, tra sciarpe e giubbotti imbacuccati, cominciavano la tombolata in quella chiesetta alta dove il vento soffia forte e irrispettoso. Il gioco, trasmesso alla radio, era seguito da casa, da tutte le contrade, e una telefonata a Casale avvertiva dell’avvenuto ambo, terna o quaterna o quel che fosse. Poi si ritiravano i premi.

Un affettuoso saluto a Padre Carmelo che, in quegli anni, ci dedicò il suo tempo e la sua concretezza.