sabato 29 maggio 2010

Ricordando San Francesco da Paola


Patrono della CSan Francesco da Paolaalabria, di una contrada di Gioiosa, e della gente di mare, San Francesco da Paola nacque il 27 Marzo 1416. Già la nascita sapeva di miracolo, perché da genitori ormai avanti con gli anni. Dopo le molte preghiere rivolte a San Francesco d'Assisi, il bimbo arrivò e fin dalla gioventù portò i segni di una vocazione straordinaria: a tredici anni, colpito dallo stile di vita degli eremiti di Monteluco, si ritirò egli stesso a vita eremitica in un campo del padre. Nel 1436 nacque la comunità degli "Eremiti di frate Francesco", il primo nucleo del futuro Ordine dei Minimi.

Innumerevoli, i miracoli del santo ne fecero presto una figura nota specialmente nel meridione italiano. Particolarmente famoso è l'attraversamento dello stretto sul mantello: giunto sulle coste della Calabria con alcuni compagni, San Francesco chiese a un pescatore se li avesse potuti traghettare in Sicilia. Poiché i frati non avevano denari per pagarlo il pescatore rifiutò. Fu così che, senza scomporsi, San Francesco distese il mantello sui flutti, ne legò un bordo al bastone e vi salì assieme ai due compagni.

Il santo ebbe sempre a cuore la sorte dei poveri. Spessò alzò la voce contro i potenti per prenderne le difese a tal punto da essere considerato pericoloso e sovversivo dal re di Napoli Ferdinando I d'Aragona. Nel 1473, durante il viaggio che San Francesco intraprese per la Francia, si fermò a Napoli, dove Ferdinando I gli offrì un piatto di monete d'oro da usare per la costruzione di un convento. Si narra che Francesco presane una l'abbia spezzata e, fuoriuscendo da questa del sangue, rivolto al sovrano disse: "Sire, questo è il sangue dei tuoi sudditi che opprimi e che grida vendetta al cospetto di Dio".

Diversamente dai suoi desideri, San Francesco trascorse gli ultimi anni della sua vita in Francia, al cospetto di re Luigi XI. Il sovrano, malato, ne aveva richiesto con insistenza la presenza a corte pregandolo di guarirlo. Francesco, nei molti colloqui, riuscì a covincerlo dell'ineluttabilità della condizione umana facendogli accettare, con serenità, la morte.

Il 2 Aprile 1507, a 91 anni, Francesco morì a Plessis-les-Tours. Fu proclamato beato nel 1513 e canonizzato nel 1519. La tomba, diventata presto meta di pellegrinaggi, fu profanata dagli ugonotti nel 1562 e il corpo del santo bruciato. Dopo molte vicissitudini, nel 1935, le poche reliquie rimaste furono riunite e riportate nella sua terra natale, nel santuario di Paola.

Approfondimenti e Fonti:

sabato 15 maggio 2010

Gioiosa Guardia, pulizie di primavera


Domenica 23 Maggio, tempo permettendo, è prevista una seconda giornata dedicata alla pulizia del sito archeologico di Gioiosa Guardia, ormai da tempo abbandonato ai cespugli, alle intemperie e alle nefandezze umane.

Chiunque volesse partecipare alle nobile impresa può recarsi sul luogo a partire dalle 7 del mattino. Saranno particolarmenti accetti tutti coloro in grado di maneggiare falciatrici elettriche. Chiunque volesse metterne a disposizione tenga presente che la benzina sarà fornita dal comune di Gioiosa Marea.
Accorrete numerosi!

martedì 11 maggio 2010

Finalmente puliti il giardinetto di San Francesco e la cunetta adiacente!


Nei giorni precedenti alla Pasqua in contrada San Francesco sono miracolosamente comparsi due operai dell'ANANAS (Associazione Nostrana Attualmente Non A Strafottenza). Dopo ANNI DI NORMALISSIMO ABBANDONO ISTITUZIONALE finalmente hanno ripulito l'angolo verde e la cunetta adiacente tra la scuola elementare/asilo di San Francesco e l'omonima chiesa.


Mossi a compassione dalle fatiche dei due, vari abitanti della zona e persino alcuni dalle contrade vicine hanno offerto il loro aiuto ai due improvvisati operai che sotto gli sguardi incuriositi dei passanti continuavano imperterriti la loro opera.

Particolarmente degno di nota risulta lo stato di totale abbandono delle nostre strade di campagna (E NON SOLO, come ben sappiamo!), spesso invase da erbe infestanti, rovi e belle ginestre. Le cunette e gli scoli sotterranei, inizialmente atti ad incanalare acqua e fango durante i temporali, ormai da anni risultano totalmente intasati e invasi da erbe, pietre, terra e rifiuti di varia natura. Risultato? Vengono meno al loro ruolo facendo sì che alle prime piogge acque e fango si riversino sulle strade rendendone pericolosissima la percorrenza. Aggiungiamo: strade che costeggiano burroni e salti di svariti metri raramente messe in protezione da guard rails o soluzioni di altro tipo.


L'angolo verde e la cunetta prima dell'intervento.


Gli operai dell'ANANAS.