domenica 24 aprile 2011

Pasqua, tradizioni di campagna

La Pasqua, principale festività del cristianesimo, celebra la risurrezione di Cristo. Pasqua è quindi la festività del ritorno alla vita. Per questo motivo i simboli pasquali sono simboli di nascita, di vita nuova (l'uovo ne è un esempio).

Quali sono i simboli della Pasqua nella tradizione contadina gioiosana? Ancora molto diffusa è "a cuddura/vastedda cu l'ova", ovvero una grossa ciambella o pagnotta tipicamente contenente dalle due alle quattro uova cotte contemporaneamente col pane.
"A cuddura cu l'ova", in verità, veniva preparata anche in periodi lontani dalla Pasqua perché si prestava ad essere trasportata dal contadino durante la giornata lavorativa, ma è comunque considerata tipica del periodo Pasquale (per esperienza personale, "a cuddura cu l'ova" si presta ad essere trasportata pure dallo studente universitario che, tornando a casa la sera, in due minuti mette assieme sale, olio, limone e uova, il pane c'è...e la cena è pronta).

Frugando nel passando troviamo anche una tradizione ormai estinta ma in uso, tra fidanzati, fino agli anni cinquanta. Il Sabato, vigilia di Pasqua, "u zitu" (il fidanzato) con tutta la sua famiglia andava a fare visita "a zita" (alla fidanzata) portando dei regali. U zitu portava "a nguantera" che consisteva in una colomba di biscotti con le uova fatta in casa chiamata "parpatula" contornata da biscotti di varie forme. Un altro membro della famiglia portava "a buttigghia" (la bottiglia), un altro portava un pacco di pasta di ben cinque chili (!) ed infine la cosa più curiosa era il regalo portato dal padre: "na coscia di crastu" (una coscia di agnello) che rigorosamente doveva avere appeso "u baddu" cioè il testicolo (anche questo simbolo di virilità e vita). ...un vecchio macellaio che c'era a Francari, "Mastru Cicciu", ironizzava sul fatto che ne portassero uno solo e non tutti e due.

Fonti: Esperienza Personale, Tindaro Buzzanca
Immagine: Caravaggio, "L'incredulità di S.Tommaso"
Foto: Serena
Final remark: vorresti aggiungere qualcosa? Mandaci un commento. 

martedì 12 aprile 2011

Erica Arborea

Nell'assolata campagna siciliana, ancora spesso indomita e fiera, sotto cieli azzurri e tramonti infuocati, si incontrano colori e profumi antichi.

Noi che le campagne di Gioiosa le abbiamo percorse in lungo e largo vogliamo raccogliere in queste pagine informazioni sulla flora e la fauna in cui ci s'imbatte passeggiando per le trazzere, i noccioleti e le vaste zone incolte che circondano il nostro paese. Non siamo botanici, né esperti biologi, quindi vogliate scusare le inesattezze, le approssimazioni, ma considerate queste pagine come una traccia dalla quale prendere spunto per avere un'idea di quale piante e animali potreste incontrare sulle colline circostanti.  Sono ben accette ulteriori informazioni sul soggetto (usi domestici, aneddoti) e la segnalazione di eventuali errori. Inestimabile in quest'arduo compito è l'aiuto offerto da quanti partecipano al forum  Natura Mediterraneo.

Cominciamo col presentare una pianta rude e selvatica al pari di poche altre ma dall'aspetto meraviglioso nel periodo di fioritura (Marzo - Aprile), molti la conoscono, molti l'avranno incontrata, stiamo parlando dell'erica.

Erica arborea fiorita.

L'erica è particolarmente presente nella zona alta di Gioiosa Marea, ovvero nella zona circostante la pineta rocca saracena, la località nota come "Rinedda" e il monte Castelluccio dove cresce in arbusti alti fino a un paio di metri.

Sul territorio italiano ne esistono vari tipi ma centinaia di specie sono sparse in tutta la zona mediterranea, Africa, Madagascar ed altre regioni d'Europa. In Italia troviamo l'erica carnea, presente al nord e in Toscana, l'erica multiflora, la rarissima erica manipuliflora, presente anche in Sicila, e l'erica arborea. Quest'ultima, la cui fioritura avviene in primavera (a differenza della multiflora che fiorisce in Autunno), è quella presente a Gioiosa. La sua presenza è indice di suoli silicei o acidificati.

Usi
Ne conosci qualcuno? Faccelo sapere!

"Agli  inizi degli anni sessanta, nella zona di Castelluccio,  degli operai provenienti  da S.Angelo di Brolo hanno  tagliato  tutte le eriche della zona per estrarre  le radici. Hanno fatto un grande spiazzo un po’ più in basso della sommità che serviva da deposito. Alla fine hanno trasportato tutto il materiale con dei sacchi giù a valle nella zona 'Mulino Feu' e da qui caricati su dei carretti  con destinazione stazione ferroviaria di Gioiosa Marea. Dalle radici di  erica arborea  si facevano e si fanno ancora delle pipe pregiatissime e dei mobili."
"Ricordo anche che noi usavamo le radici dell’erica per fare le bocce che servivano per giocare 'e brigghia' essendo un legno molto duro e facilmente modellabile".
Tindaro Buzzanca

Fiori dell'erica arborea.
Cresce in arbusti dall'altezza variabile da poche
decine di centimetri fino ad un paio di metri.


Ulteriori Informazioni
Natura Mediterraneo
http://it.wikipedia.org/wiki/Erica
http://en.wikipedia.org/wiki/Erica

Foto: Giusy, Tindaro Buzzanca.