lunedì 10 dicembre 2012

Na 'razioni pi quannu lampia (Un'orazione da recitare durante i temporali)


Dall'antro buio della tradizione orale salta fuori questa "razioni", un'orazione, antica, non più in uso, al limitare dell'oblio:

San Giuvanni e San Gilormu, 
quantu è ranni lu vostru nommu!
Non durmiti ma vigghiati,
ca li lampi su addummati.
Scuru si voscu salutannu me.
Maria domine me, 
li me su fatti.
Commu sarvati a me,
sarvatini a tutti quanti.

La traduzione è dubbia. Restano buchi e parti poco sensate:

San Giovanni e San Girolamo,
quanto è grande il vostro nome!
Non dormite, ma vegliate,
giacchè i lampi son'accesi.
..........................................?
Maria, mia signora, 
i miei (?) sono fatti (?).
Come salvate me,
salvateci tutti quanti.

Anche i più anziani non hanno saputo tradurla in un testo di senso compiuto, quindi è probabile che alcune parti siano mancanti o travisate. Così, volendo speculare sull'originale significato, potremmo  ipotizzare che "Scuru si voscu salutannu me" derivi da una formula simile a "Scuru si boscu, si lu dannu me", ovvero "Bosco sei buio, sei il mio danno"; e la frase potrebbe aver tratto origine dal fatto che l'orazione, forse, era recitata da viandanti o pellegrini quando attraversavano un bosco buio durante un temporale. Non ci è dato saperlo.

Ci sono elementi a supporto dell'ipotesi che l'orazione discenda direttamente da Gioiosa Guardia (abbandonata sul finire del 1700). E' documentato, per esempio, che morire colpiti da un fulmine non era cosa rarissima (Gioiosa Guardia dimorava sulla vetta del Meliuso, risultando l'oggetto più elevato entro un raggio di vari chilometri). C'era quindi ragione di chiedere protezione ai santi. E uno dei santi protettori di Gioiosa Guardia fu appunto San Giovanni che appare in un quadro, raffigurato assieme ad altri santi, mentre intercede verso l'Onnipotente il quale scaglia saette sul (fu) ridente paesello. L'interpretazione più accreditata dell'evento dipinto è che Dio s'era stancato del fatto che i gioiosani, sebbene in quaresima, continuassero con le loro carnavalate (serate danzanti, bevute e quant'altro). Difatti il bambino/angelo sulla sinistra, guardando verso la terra, puntava il dito sul calendario apostrofando i gioiosani: 
-"u viditi chi jornu è!? Semu in quaresima. L'at'a finiri i ballari!" Nel frattempo San Giovanni intercedeva: - "Ca lassatili perdiri, va! Manciari già nunn'anu pi tuttu l'anno, a televisioni ancora l'anu invintari. E c'an'a fari!?"
San Rocco sulla sinistra: "Ca cummu vi poti u curi?"
Santa Barbara al centro, protettrice contro saette e temporali: - "Ah! Viditi ca vi pigghi 'ssi lampi e va fazzu finiri na vota pi tutti!"
Santa Rosalia prendeva appunti di questo dialogo e scriveva l'orazione originale.

Cosa centra San Gilormu in tutto questo? Mistero buffo. Tuttavia pare che in paese ci fossero delle cappelle in onore di San Girolamo e, difatti, il nome era comune tra i gioiosani.

Anche questa ipotesi sull'origine dell'orazione resta, per l'appunto, solo un'ipotesi senza un solido supporto. Insomma, misteri del mio paese. Chi conoscesse una versione più completa di questa orazione, o una sua variante, o qualsiasi notizia rilevante, è il benvenuto a postarla qui sotto. 

Figure:
1. Particolare del quadro riportato in basso. Questa è considerata l'unica rappresentazione attendibile di Gioiosa Guardia.
2. Quadro di Santa Barbara.

Fonti e aprofondimenti:
1. Discussioni con Rossana e Pina.
3. "Gioiosa Marea, dal Monte di Guardia a Ciappe di Tono e San Giorgio", Armando Siciliano Editore, Messina, 2003.
4. Discussioni con Marcello Mollica.

Note:
1. L'interpretazione del quadro fornita sopra è la più accreditata nella mia testa.



lunedì 26 novembre 2012

L'Ombelico di Venere

Comunemente nota come Ombelico di Venere, a Gioiosa questa piantina perenne è comunemente anonima. Tuttavia è estremamente diffusa nel territorio. La si trova in luoghi umidi, specialmente abbarbicata a vecchi muri dove, assieme ad altre piante, forma composizioni pittoresche. Vista la predilezione dimostrata verso le pareti rocciose, i francesi la chiamano "ombelico delle rocce". Scientificamente è indicata come Ombilicus rupestris, horizontalis, erectus, chloranthus, etc etc... Ne esistono un gran numero di varietà. Quella presente a Gioiosa dovrebbe essere rupestris.

Curiosità: è una pianta ermafrodita.

Ulteriori informazioni: 
1. http://en.wikipedia.org/wiki/Umbilicus_rupestris
2. http://www.actaplantarum.org/floraitaliae/viewtopic.php?t=9




domenica 30 settembre 2012

Tempo di nocciole


Uno dei frutti di stagione che la madre terra ci offre nel mese di Settembre è proprio la nocciola, "a nucidda", piccola, croccante e deliziosa, ideale per la preparazione e la guarnizione di dolci.

nocciole distese ad asciugareLe nocciole (e non le noccioline che si identificano con l’arachide) appartergono alla categoria dei frutti secchi tipici del nostro paese. Ai tempi dei nostri nonni erano un bene facilmente reperibile a pochi passi da casa perché vi era un grande commercio.
Erano soprattutto le donne a cimentarsi nella raccolta delle nocciole, attività che occupava loro gran parte della giornata. Solitamente si organizzavano in gruppi e chinate sul terreno raccoglievano le nocciole mettendole nella “sacchina”, una specie di grembiule con una grande tasca legato alla vita. A volte anche i bambini accompagnavano i loro genitori nei noccioleti spinti dal fatto che durante la raccolta potevano trovare i così detti “cavadduzzi”, cioè una nocciola formata dalla fusione di due nocciole singole.
Un altro divertimento dei più piccoli era quello di fare le collane di nocciole: sostanzialmente sgusciavano le nocciole, le infilzavano con l’ago facendo passare del filo all’interno come se fossero perle, chiudevano le due estremità con un nodo e al termine tostavano in forno.

Oggi, purtroppo molti noccioleti sono trascurati dai proprietari, altri sono travolti dalla furia degli incendi e come se non bastasse, l’abbandono è accentuato dal fatto che il prezzo è notevolmente minore rispetto ai tempi passati.
Nonostante questo, vi sono ancora alcuni contadini che ogni anno ripetono tutta una serie di operazioni e di manutenzione del terreno che porteranno alla raccolta. Così, nelle giornate di sole, tra il cinguettio degli uccelli e il leggero venticello dell’autunno, si avverte ancora il rumore delle nocciole che finiscono nel secchio (o nella “sacchina”) di qualche coltivatore chino sul terreno a raccoglierle, faticosamente, una per una.
Terminato il raccolto, le nocciole vengono radunate e distese al sole ad asciugare. Di solito, si conservano in dei sacchi e si utilizzano tradizionalmente nel periodo invernale sgusciate, tostate e spellate oppure semplicemente abbrustolite nel forno. Inoltre, sono ottime per la preparazione di dolci come la mostarda (tipico dolce autunnale) e per diverse leccornie natalizie.  

Di seguito vi proponiamo delle ricette.

Nocciole zuccherate
Ingredienti:
250 gr. nocciole sgusciate, tostate e spellate;
250 gr. zucchero
150 ml acqua

Preparazione:
In una padella mettete tutti gli ingredienti e fate cuocere a fuoco lento. Mescolate il tutto fino a quando lo zucchero si attacca bene alle nocciole. Infine, quando le nocciole si saranno raffreddate, servite su un vassoio da portata.

Cestini di cioccolato e nocciole
Ingredienti:
200 gr. nocciole sgusciate, tostate e spellate;
300 gr. cioccolato (fondente, a latte o cioccolato bianco)

Preparazione:
Il un pentolino fondete il cioccolato a bagno maria. Una volta sciolto, aggiungete le nocciole tostate. Prendete  il composto ancora caldo servendovi di un cucchiaino e riempite i cestini. Fate raffreddare e servite.


venerdì 7 settembre 2012

I luminari du Tinnaru

Pareva ca mu'nzunnava, ma era veru, quannu di sira taliava 'du focu e 'di vampati, ranni sapiddu quantu! E m'sinteva na spufidda puru iò, ca pareva ca girava 'ntaddi ligna, 'ntaddu fummu e 'di vampati e poi 'nta l'ariu scumpareva commu na stidda. Ddu jorna giriaumu p'circari fraschi, ginestri, sarmenti, luppinu…chiddu chi c'era, va! Poi, doppu tanto, a sira s'addummaunu i luminari, raanni!, sapiddu quantu e niatri, carusi, c'aggiraumu 'nturnu e ci ittaumu rammi, ligna e fogghi. Trippaumu. 'Nto scuru attornu o focu m'pareunu, i cristiani, comm'i diavuli cu 'da luci ca ballava e a facci russa e poi scumpareunu 'nto fummu e 'nta notti niura e poi nisceunu di nautra banna. Iò "i cosi tinti", comm'i chiammaunu tannu, mi figurava accussì. Dda sira, avanz'o Tinnaru, u sett'i Settembri, tutti 'dummaunu luminari 'nte muntagni attornu e 'nto ciummu pi ghiri iusu. Chi pareunu! Pari ca nan tu sacciu diri! Chisti eruni i luminari. I faceumu a notti prima di festi, prima di Menz'Austu, a notti i Natali o pi Sant'Ignaziu o cacchi iatru santu. 

luminarie
Io tannu era carusu e u jornu cugghieva alivi, pasceva a pecura e jeva 'nta l'ortu e tanti cosi ne sapeva. Ora ca sugnu vecchiu, quannu pari ca sapiri nan m'servi 'chiù a nenti, sacciu ca i luminari su n'usanza antica assai. Puru me nonnu e u nonnu di me nonnu si ricurdaunu. Ora sacciu ca na vota, a trova quannu, nan s'faceunu pi santi, ma pi l'ortu, pa campagna, pa terra. Poi pianu pianu, vor diri, i cosi cancianu. Ma u sa comm'è, a genti i cosi si scorda d'un annu a l'autru e a picca a picca puru chiddu ca pari c'o sanu tutti finisci ca non su ricorda chiù nuddu e nuddu dumanna e nuddu scrivi e quannu u tempu passa s'porta tutt'cosi.

Di luminar' tantu iatru non sacciu, però sacciu ca restunu cosi 'mmucciati 'nto cori ca t'innaccorgi quannu nesci 'nto scoru, di notti, cu friscu, e vidi na lucitta, un pocu russa, luntana luntana e senti u ciauru du fummu e ti pari ca turnasti a tannu quann'eri carusu, ca i campagni sutt'e stiddi s'addummanu e tutti nesciunu e pari che senti a chiddi, carusi to paraggi, chi ti chiammanu pi ghiri a trippari…ma l'anni passanu e chistu è chi resta d' luminari. Na spufidda 'nto scuru.      
                                                                                  Anonimo Siciliano

............................
Le luminarie per il Tindari

Pareva un sogno, ma sogno non era, quando di sera guardavo quel fuoco e le vampate, grandi, grandissime! E mi sentivo una favilla anch'io, presa nel vortice tra la legna, nel fumo e le vampate e poi in aria sparivo come una stella. Per due giorni andavamo in giro a cercare frasche, ginestre, sarmenti, stoppie di luppolo…quello che si trovava, insomma! Poi, infine, la sera accendevamo i falò, grandissimi!, e noi, bambini, vi giravamo attorno buttandovi rami, legna e foglie. Giocavamo. Nel buio attorno al fuoco mi sembrava, la gente, come i diavoli nella luce che danzava e la faccia rossa e sparivano nel fumo e nella notte scura e poi riapparivano altrove. Io le cose cattive, come le chiamavano allora, gli spiriti maligni, me l'immaginavo così. Quella sera, prima del Tindari, il sette Settembre, tutti accendevano i falò sulle colline circonstanti e lungo il torrente e ancora più in giù. Che parevano! Non riesco a dirtelo! Questi erano i falò, le luminarie. Le facevamo la notte prima delle feste, prima di Ferragosto, la notte di Natale o per Sant'Ignazio o per qualche altro santo.

Io allora ero bambino e di giorno raccoglievo olive, pascolavo la pecora e andavo nell'orto e non sapevo molto. Ora che sono vecchio, quando sembra che sapere non mi serva più a nulla, so che l'usanza di accendere questi falò è molto antica. Anche mio nonno e il nonno di mio nonno li ricordavano. Ora so che un tempo, molto addietro, non si accendevano per i santi, ma per l'orto, la campagna e per la terra (era un'usanza pagana). Poi, pian piano, evidentemente, le cose cambiarono. Ma sai com'è, la gente dimentica da un anno all'altro e a poco a poco anche quello che sembra noto a tutti finisce per essere dimenticato e nessuno chiede, nessuno scrive, e quando il tempo passa porta via tutto.

Dei falò non so molto altro, eppure so che restano cose nascoste nel cuore che poi ritrovi quando esci nel buio, di notte, nell'aria fresca, e vedi una piccola luce, rossa, lontana lontana e senti l'odore del fumo e ti pare d'essere tornato a quand'eri bambino, quando la campagna, sotto le stelle, s'accendeva e tutti uscivano e ti pare di sentirli, i tuoi amici, che ti chiamano per giocare…ma gli anni sono passati e solo questo resta delle luminarie. Una favilla nel buio.
                                                                               Anonimo Siciliano

mercoledì 22 agosto 2012

"A lucertula" o la lucertola (podarcis siculus)

Elegante indiscussa signora della canicola estiva gioiosana è "a lucertula" anche nota ai pochi come podarcis siculus. Ne esistono un gran numero di sottospecie che spudoratamente copio e incollo a fondo pagina da una discussione su Natura Mediterraneo
Poco ho da aggiungere alle informazioni wikipediane (italiane e inglesi) se non un paio di note.

Come distinguere maschi e femmine: sembra che ci si debba fidare principalmente di corporatura e dimensioni: esili e minute le femmine, grossi i maschi, e dalla testa più tonda e tozza.

Un modo di dire locale: a Gioiosa si dice "manci lucertuli?" ("Mangi lucertole?") per evidenziare lo stato emaciato di un individuo. Sembra che questa associazione derivi dall'osservazione che i gatti, animali terribilmente comuni nella nostra campagna,  predatori di lucertole, appaiano sempre particolarmente smunti e sofferenti d'Estate, ovvero quando la predazione di lucertolame raggiunge il picco annuale.

Assolutamente da visionare questo splendido "reportage" che immortala la predazione di un podarcis da parte di un biacco (che ci rimette un occhio).


podarcis siculus


podarcis siculus



Sottospecie di podarcis siculus:

P. aemiliani Capolongo, 1984 Scogli Maggiore e Minore di Apani (Brindisi)
P. amparoae Capolongo, 1979 Isola Dino (Calabria meridionale)
P. calabresiae Taddei, 1949 Isola Montecristo (Arcipelago toscano)
P. caporiaccoi Taddei, 1949 Isola Capraia e isolotto Peraiola (Arc. toscano)
P. cerbolensis Taddei, 1949 Isolotto Cerboli (Arcipelago toscano)
P. ciclopica Taddei, 1949 Isola Lachea e scoglio Madonnina (Sicilia)
P. coerulea Eimer, 1872 Faraglioni di Mezzo e Fuori (Isola di Capri, Campania)
P. gallensis Eimer, 1881 Isole Gallo Lungo e Castelluccia (Li Galli, Campania)
P. hadzii Brelih, 1961 Isola Porer (Istria occidentale)
P. klemmeri Lanza e Capolongo, 1972 Isola Licosa (Golfo di Salerno, Campania)
P. lanzai Mertens, 1967 Isola Gavi (Arcipelago Pontino)
P. latastei Bedriaga, 1879 Isole Ponza e Faraglione della Madonna
P. liscabiancae Mertens, 1952 Isolotto Lisca Bianca (Arcipelago Eoliano)
P. massinei Mertens, 1961 Isola Rotonda (Li Galli, Golfo di Salerno, Campania)
P. medemi Mertens, 1942 Isola Bella (Taormina, Sicilia orientale)
P. monaconensis Eimer, 1881 Faraglione Monacone (Isola di Capri, Campania)
P. palmarolae Mertens, 1967 Isola Palmarola (Arcipelago Pontino)
P. pasquinii Lanza, 1967 Scoglio Cappello (Arcipelago Pontino)
P. patrizii Lanza, 1952 Isola Zannone (Arcipelago Pontino)
P. paulae Lanza et al., 1971 Isola Santo Ianni (Basilicata occidentale)
P. roberti Taddei, 1949 Formica grande di Grosseto (Arcipelago toscano)
P. salfii Lanza, 1954 Isolotto Vetara (Massa Lubrense, Campania)
P. sanctinicolai Taddei, 1949 Arcipelago delle Tremiti
P. sanctistephani Mertens, 1926 Isola di Santo Stefano (Arcipelago Pontino)
P. sicula Rafinesque-Schmaltz, 1810 SOTTOSPECIE NOMINALE
P. trischittai Mertens, 1952 Isolotto Bottaro (Arcipelago Eoliano)
P. tyrrhenica Mertens,1932 Isole del Giglio e Giannutri (Arcipelago toscano)
P. ventotenensis Taddei,1919 Isola di Ventotene

Fonti e ulteriori informazioni:

  1. Natura Mediterraneo
  2. http://it.wikipedia.org/wiki/Podarcis_siculus (in italiano).
  3. http://en.wikipedia.org/wiki/Italian_wall_lizard (in inglese).
Foto: D&G


lunedì 6 agosto 2012

Viaggio tra le stelle - osservazione astronomica

Il cielo delle notti d'Estate offre - ogni sera - spettacoli d'incomparabile bellezza, tanto per l'osservatore esperto quanto per l'osservatore occasionale. E' possibile dare un'occhiata al centro della galassia, proiettato nella costellazione del Sagittario, ricco di nebulose, ammassi stellari (globulari e aperti), regioni di formazione stellare ed altri oggetti esotici (non accessibili all'osservazione visuale). Tra questi un buco nero supermassivo attorno al quale orbitano, in pochi anni, le stelle più interne della Via Lattea (la nostra galassia). 

"Perché tanto di stelle arde e cade? Perchè sì gran pianto nel concavo cielo sfavilla?" Appartiene alle notti d'Agosto il popolare spettacolo delle "stelle cadenti" di San Lorenzo, anche note come "Perseidi", uno sciame meteorico residuo del passaggio della cometa Swift-Tuttle (in altre parole? Pietruzze sospese lungo l'orbita della Terra che si incendiano durante la caduta ad altissima velocità nell'orbita terrestre). Il massimo dello sciame cade, quest'anno, nella notte tra il 12 e il 13 Agosto.

Così, ancora una volta, vi invito a dare un'occhiata a queste meraviglie. Essenziale è un luogo buio, lontano dalle luci del paese. Per questo motivo l'osservazione avverrà il 12 Agosto, a partire dalle 21, in collina (piuttosto che sul lungo mare gioiosano, come avvenuto negli anni passati). Condizioni metereologiche permettendo, lo spettacolo sarà di gran lunga migliore di quello offerto in precedenza. 

Il luogo esatto: 
- per gli abitanti del circondario: nel vecchio, glorioso, campo da calcio "'nta Codda".
- per gli abitanti del circondario meno esperti: arrivando da Gioiosa, circa 500 metri prima di arrivare al "chianu di Nuisi", c'è una casa sulla sinistra (l'unica). Circa 100 metri prima della casa c'è una collinetta con un sentiero. Salite lungo il sentiero e in un paio di minuti arrivate al sito.
- per chi si avvale di un dispositivo GPS o google maps le coordinate della destinazione sono: 38.127417, 14.916033. Vedere anche mappa allegata.

Potrebbe essere disponibile un servizio navetta. Ulteriori informazioni saranno postate appena disponibili.

Consiglio vivamente di avere a disposizione una giacca e pantaloni lunghi. Sconsiglio fortissimamente di usare regolari dispositivi di illuminazione (torce, cellulari e simili). E' necessario schermare la luce con uno schermo rosso per attutirne gli effetti.

Infine, invito chiunque abbia uno strumento (telescopio, binocolo) a portarlo ed unirsi all'evento. Chiunque voglia contattarmi per ulteriori informazioni non esiti a farlo qui sul blog o all'indirizzo le.davide at tiscali.it.

La riuscita dell'evento dipenderà principalmente dalle condizioni metereologiche. Quindi, nel pomeriggio del 12 Agosto posterò su questa pagina conferma o annullamento. 

martedì 26 giugno 2012

Il ritiro dei rifiuti ingombranti

L'Amministrazione Comunale di Gioiosa Marea avvisa i cittadini che per il ritiro dei rifiuti ingombranti è attivo il numero verde 800164722. Il servizio è completamente gratuito.

Si raccomanda la collaborazione di tutta la cittadinanza e si ricorda che è vietato depositare i suddetti rifiuti vicino i cassonetti o in qualsiasi parte del paese.
I trasgressori saranno sanzionati a norma di legge.

lunedì 25 giugno 2012

Verso la raccolta differenziata

Dopo la decisione assunta dall’Amministrazione Comunale di Gioiosa Marea riguardante la questione dei rifiuti, le strutture turistiche e alberghiere gioiosane e il responsabile della società Dusty si sono riunite con la presenza del Vice Sindaco per concordare il recupero diretto dei rifiuti prodotti nelle strutture e attivare la raccolta differenziata.

Inoltre, sono stati spostati e risistemati alcuni cassonetti per migliorare la pulizia e le condizioni igenico-sanitarie del paese in vista della stagione estiva.

L’Amministrazione Comunale invita i cittadini a una maggiore collaborazione e al rispetto dell’orario stabilito per il conferimento dei rifiuti nei cassonetti previsto dalle ore 19.00 alle ore 3.00.
Saranno tenuti ulteriori incontri per proseguire e lavorare sul progetto della raccolta differenziata in modo da ridurre i disagi e i costi per i cittadini.

domenica 10 giugno 2012

"U tabbanu niuru" ovvero la Xylocopa

Xylocopa
Bestia terribile, immonda e terrificante in agguato nelle nostre campagne è "u tabbanu niuru" (il tafano nero), una qualche varietà di xylocopa (forse "violacea" o "valga"), da qualche parte nota come "ape legnola" (per la sua abitudine di fare i nidi nei tronchi, nelle vecchie travi, nelle cavità delle canne). Non è un tafano, né un calabrone.

Nella canicola estiva il contadino gioiosano s'aggira ansioso e tremebondo per le sue colture di pomodori, peperoni e melanzane - tutti rigorosamente "impalati" (sostenuti) con le canne. Sicuro che da un momento all'altro un "tubbanu niuru" inferocito uscirà da una delle tante canne per attaccarlo ripetutamente fino a vederlo stramazzare morto stecchito a terra.

…quanto c'è di vero in questo scenario? A parte la canicola estiva, gli ortaggi e la preoccupazione per "u tabbanu" non resta molto.

La bella xylocopa è un trionfo della Natura. In che senso? Nel senso che appare più terribile di quanto non sia: è grossa, rumorosa e nera (difatti ha dei bellissimi riflessi viola). Tuttavia non è aggressiva, limitandosi a svolazzare attorno all'individuo dando solo l'impressione di volerlo attaccare. Diversamente da vespe e calabroni non difende il nido (perché non alleva larve) ed è solitaria, quindi non c'è pericolo di punture multiple. Punge solo se è stata particolarmente infastidita.
Lasciamola al suo beato vivere.

Fonti e ulteriori informazioni:

mercoledì 9 maggio 2012

Un'ape, la Megachile Chalicodoma Sicula

Megachile Chalicodoma Sicula
Tanto nei mesi primaverili quanto in Estate inoltrata è possibile assistere, nella nostra campagna, ad uno spettacolo antico e meraviglioso: è la vita, fremente e indaffarata, sui fiori delle erbe, degli arbusti, degli alberi. Attrice laboriosa di questa scena è l'ape.

La specie ritratta nella foto è una Megachile Chalicodoma Sicula. Nel racimolare informazioni su questo insetto mi sono imbattuto in un paio di piacevolissime letture che consiglio a chiunque abbia interessi entomologici o, più in generale, naturalistici: i Souvenirs Entomologiques e Nouvelles researches sur les chalicodomes di Fabre. Le informazioni che propongo di seguito seguono principalmente questi scritti con qualche arricchimento proveniente da fonti più recenti che troverete elencate a fine pagina. La segnalazione di eventuali errori è sempre ben accetta.

Torniamo a noi, anzi, a lei: nonostante il nome, l'ape in questione non è caratteristica del paese dell'Etna, ma la si trova distribuita in vari Paesi della regione mediterranea (Spagna, Francia, regioni meridionali d'italia, Grecia, Nord Africa, Gioiosa Marea). E' caratterizzata da un "pellicciotto" bruno-rossastro senza marcate differenze sessuali. E' particolarmente attiva nel mese di Maggio quando la si sorprende intenta alla costruzione del nido. Nel suo diario entomologico Fabre racconta della predilezione che la Chalicodoma Sicula mostrava per i luoghi antropizzati dove le strade in terra battuta fornivano, in abbondanza, materiale per la costruzione del nido. L'ape, tremendamente dedita al proprio lavoro, non si curava delle minacce circostanti lasciandosi facilmente calpestare dal piede dei passanti e delle bestie!

Il nido, è una struttura tendenzialmente sferica o semisferica, simile ad una palla di terra, delle dimensioni di un'albicocca. Lo si trova attaccato alle rocce (da cui il nome chalicodoma: che fa il nido sulla pietra),  ai muri delle case (tipicamente nella parte inferiore dei balconi) o a sottili ramoscelli degli arbusti. Nei giorni di fine Aprile-inizio Maggio le femmine raccolgono sabbia o terriccio secco che lavorano con le mandibole. La scelta del materiale secco è fondamentale: sebbene più difficile da lavorare del materiale umido la natura secca garantisce un avido assorbimento della saliva che, per la sua composizione chimica (ricca in idrocarburi a catena lunga), garantisce impermeabilità alle piogge per lunghi periodi (anni!). L'ape si dimostra saggia non solo nella scelta dei materiali, ma anche nella scelta della base di appoggio: con attenzione evita muri dall'intonaco crepato che, in caso di distacco, metterebbe a repentaglio l'integrità del nido. Questo può essere isolato, o in una colonia popolata da individui che anno, dopo anno, ristrutturano vecchi nidi e ve ne aggiungono di nuovi arrivando a ricoprire aree di svariati metri quadri. In questi casi l'intera struttura costituita dalla sovrapposizione di decine o centinaia di nidi arriva a pesare decine di kg. In una lettera al suo contemporaneo Charles Darwin Fabre riportava la storia di un contadino che sistematicamente doveva disfarsi dei nidi di calicodoma onde evitare danni al tetto della sua abitazione.

La costruzione del nido. Per un paio di giorni l'ape si dedica, in quattro atti, alla realizzazione di una cella compiuta: 1. costruzione della cella (struttura esteriore con materiale relativamente grezzo e rifinitura delle pareti interne che saranno a contatto con la larva delicata); 2. approvvigionamento (metà della cella è riempita con miele che servirà da nutrimento alla larva. Fabre riporta della predilezione che le calicodome mostravano per il nettere della Genista Scorpius, simile, se non uguale, a quella che dalle nostre parti è chiamata "lastra", in dialetto, o ginestra spinosa); 3. deposizione dell'uovo; 4. chiusura. Completata l'opera, l'ape comincia la costruzione di ulteriori celle, da sei a dieci. Infine, ricopre l'insieme con uno strato di materiale fine dello spessore di circa un centimetro. Questo garantisce la protezione delle uova e dei nascituri dalla calura estiva, dalle piogge autunnali e dal freddo invernale. Meravigliosa Natura!

Come distinguere maschi e femmine? Possiamo ricorrere ad almeno due caratteristiche: una comportamentale ed una fisiologica. Quella comportamentale: i maschi sono degli scanzafatiche, quindi se vedete una calicodoma lavorare per la costruzione del nido, quella è una femmina. Quella fisiologica: il numero degli articoli nelle antenne (13 nei maschi, 12 nelle femmine. Nella prima figura di questa pagina è possibile contarli).

Curiosità: oltre ai due grandi occhi composti laterali la calicodoma possiede tre occhi singoli posteriori (chiaramente visibili nella prima figura di questa pagina).


Fonti e approfondimenti: 
3. Colonia (figg. 3, 4, 5, 6)


lunedì 7 maggio 2012

Perché adoro le elezioni di paese

Mondo! Oggi ti infliggo il mio pensiero. Ma come sai io scrivo alla mia Campagna che da sempre adoro e tremendamente amo.

Cara Campagna, le votazioni per la prossima amministrazione comunale sono finite da pochi minuti e sai che pensavo? Pensavo che le azioni e le parole ci attribuiscono un peso. Così veniamo pesati su una scala assoluta o relativa (poco importa e a pochi importa). Azioni e parole pesano la maturità dell’individuo, la personalità, i suoi interessi e le sue priorità, la dabbenaggine o l’arguzia di pensiero, l’altruismo e l’egoismo. Il savoir faire - beato chi ce l’ha! Per questo mi piacciono le elezioni di paese. Perché ognuno, più che mai, senza pudore, ma tra orecchie amiche, appoggia, sulla bilancia, il suo culetto. Ordunque ci siamo pesati in massa senza distinzione di sesso, età, estrazione sociale e colore di capelli. Io spero d’essermela cavata bene.

Cara Campagna, fatta di terra di pietra e di legno, devi sapere che in queste elezioni gioiosane c’è almeno un aspetto storico: sono le prime avvenute sull’onda del web (di facebook, per essere precisi) e sebbene lontano, con il corpo ma non con la mente (ti penso sempre, lo sai!), mi sono intrufolato, o sono stato trascinato a forza, nei discorsi della gente (e nei popolari - quanto spesso poco interessanti - commenti facebookkiani). Ebbene, cara mia adorata Campagna che riposi materna sotto la grande Luna di queste elezioni, ritenendo che il campione di individui considerati sia statisticamente significativo e rappresentativo, concludo che la nostra popolazione è ancora troppo zeppa di elementi immaturi (e mi riferisco ad elementi ben oltre il muretto dei trent’anni, dai quali ti aspetti un esempio, un modello educativo. Fail.). Una popolazione spesso deficiente di sano spirito competitivo e costruttivo. Intrisa di familismo e favoritismo. Qualcuno vaneggia, pesta i piedi e s’indigna con fare da signorotto locale. Ma si, si, hai ragione di che mi stupisco, per cosa mi inalbero!? Ah! Quanto vorrei assomigliarti nel tuo sereno vivere.

Io ti auguro, Campagna cara, che queste elezioni diano il potere a chi ha a cuore il nostro paese e le sue contrade tutte. Ma è una cultura nuova che ti serve, non un’altra amministrazione. Dico “ti serve” e coscientemente sbaglio poiché a te, eterna Campagna, non serve niente. E’ a noi che serve la cultura nuova. E questa non verrà magicamente dalle stelle, né dagli abissi dei mari. Ognuno di noi è responsabile nel costruirla, con dedizione e impegno, giorno dopo giorno, senza compromessi.

Infine ti racconto un fatto, ché sono certo sarà interessante per tutti i nostri candidati che fanno dell’ecologia un cavallo di battaglia (ché oggi è di moda, lo sai!): all’istituto dove studio si è svolto in questi giorni un grande evento, un exhibit, “Imagine RIT”, dove ogni gruppo di ricerca mostra al grande pubblico le meraviglie del suo lavoro. Migliaia di persone vi affluiscono. Una giornata straordinaria! Come che sia, ho chiesto: perché non abbiamo preparato degli opuscoli per i visitatori? In coro mi hanno detto, quasi rimproverato: it’s not green! (Non è ecologico!). Minchia se mi sono vergognato! Ho pensato: che avrebbe detto la mia Campagna se mi avesse sentito? Perdonami, ti prego! Comunque, sono sicuro che i rappresentanti delle liste, per dare il buon esempio, e mantenersi coerenti, organizzeranno una giornata dove andranno in giro a raccogliere quel milione di volantini con le loro facce sorridenti sparsi in giro per le strade e sul tuo manto erboso.

Concludo Campagna, concludo! So che sei indaffarata con la Primavera. Con tutti quei fiori e foglie e insetti e animaletti avrai il tuo bel da fare. Come farai a mandare tutto avanti, solo tu lo sai. Ti ho scritto principalmente per questo, per dirti che, mentre tu sei stata indaffarata con le stagioni, tutti quanti ci siamo pesati. E questo conta quanto se non più del risultato delle elezioni stesse, giacché le elezioni passano, le amministrazioni pure, la gente resta, specialmente in un paesino!, ed è mio modesto parere che molti degli eventi che determinano il successo o il fallimento di una società dipendono in misura significativa dall’iniziativa del singolo. Nulla tolgo all’amministrazione che, certo, ha ruolo assai importante.

Rinnovo saluti e auguri. A presto!
Affettuosamente tuo.

venerdì 20 aprile 2012

Giornata dell'ambiente 2012

Chi la vuole il 22 Aprile, chi il 5 Giugno, a breve passerà per i calendari la giornata dell’ambiente. Che io sappia, e potrei non sapere abbastanza, a Gioiosa non è prevista nessuna attività per il troppo vicino 22 Aprile, né per il troppo lontano 5 Giugno.

Sebbene reiteratamente negli anni abbiano cercato d’ammazzarmi l’umore e gli entusiasmi con quella cancrenosa, rassegnata attitudine di pensiero secondo la quale “qua le cose funzionano così e non si possono cambiare”, spero vivamente che delle attività vengano organizzate per celebrare questa giornata. Attività che possano mostrare l’esistenza di tutti coloro che non si riconoscono in quanti hanno ridotto a uno schifo il nostro torrente, le nostre colline e quei fantastici valloni quasi inaccessibili dove sopravvivono paesaggi antichi, inselvatichiti, ma contaminati da sgargianti o arrugginiti rifiuti trascinati dalle acque nel corso di mesi e anni.

Lungo il torrente Zappardino, meglio noto nella mio vissuto come "u ciummu", abitano tante famiglie. E lungo le strade che lo costeggiano passano, giorno dopo giorno, decine di persone. Sarebbe un gesto significativo recarsi nel letto del torrente e, invece di foraggiarlo con nuova "munizza", pulire qualche metro di terra (per riscoprirvi, chissà!, qualcosa che abitava la nostra casa).

Infine, ci sono a Gioiosa studenti universitari di scienze (agraria, biologia, geologia, etc) e più avanzate figure professionali che potrebbero illustrare, con visite sul campo, o presentazioni “al chiuso” (auditoriumcineteatrosaladaballo) la fauna, la flora e le caratteristiche tipiche del nostro territorio. Non mancano neppure gli astrofili che potrebbero concludere l’evento con un’osservazione pubblica del meraviglioso cielo primaverile, ricco di pianeti di facile osservazione (Venere, Giove, Marte, Saturno), galassie e ammassi stellari.

Insomma, sarebbe una bella e istruttiva rivisitazione del nostro piccolo mondo, dai granelli di sabbia alle stelle del cielo. C'è tutto il tempo per prepararla.

Io intanto blatero e basta - perché, purtroppo o per fortuna, abito dall’altra parte del mondo.

Di tutto...con eternit, nei pressi di Gioiosa Guardia,
 zona Bedda (?) Muntagna, 2010.

Monnezza al Tramonto, zona Codda, 2009.

Vadduni 'i Maffitanu
(foce del torrente Zappardino), sempre.


Approfondimenti:
  1. Centro smaltimento rifiuti e amianto a Gioiosa 1.
  2. Centro smaltimento rifiuti e amianto a Gioiosa 2.
  3. Gita a Catelluccio, tra leggende e vergogne.
  4. Storie in fotografia (attenzione: foto in inglese).
  5. Giornata mondiale dell'ambiente.
  6. World Environment Day.

domenica 18 marzo 2012

"U iammaru" ovvero il granchio di fiume

granchio di fiume, potamon fluviatilis
U iammaru (potamon fluviatilis)
Elusivo abitante delle nostre campagne è il granchio di terra (o di fiume), localmente noto come “u iammaru”, etichettato come  “potamon fluviatilis” dall’uomo con gli occhiali. Pare che sia l’unico brachiuro d’acqua dolce presente in Italia. Lo si trova nelle contrade di  Gioiosa in zone umide e ombrose nei pressi di corsi d’acqua, nei valloni e negli agrumeti dove dimora in colonie tipicamente costituite da una decina di esemplari. Le dimensioni del carapace non superano i 5 centimetri. Vive bene in limpide acque correnti, ma si adatta a pozze stagnanti e acque non proprio pulite. Dalle nostre parti ci si può imbattere nelle sue tane lungo i rivoli che si dipartono dalle numerose “gibbie” (le vasche usate per la raccolta d’acqua a scopo agricolo) nascoste tra gli aranci. E’ particolarmente attivo in primavera, nelle ore serali del periodo estivo e in autunno, ma viste le temperature miti, nei pressi del “ciummo” (il torrente Zappardino) non è difficile osservarlo anche in Inverno.

E’ una creatura alquanto riservata che evita volentieri il contatto con l’uomo rifugiandosi nelle sue tane, o mimetizzandosi tra le pietre e la vegetazione, al minimo rumore. Tuttavia, messo alle strette si difende fieramente con l’ausilio delle robuste chele.

Come distinguere maschi e femmine? Ci sono almeno due caratteri distintivi: primo, i maschi sono caratterizzati da eterochelia (una chela, tipicamente le destra, è più grande dell’altra). Tuttavia l’asimmetria può essere legata ad una recente autotomia (perdita della chela a scopo difensivo – similmente alle lucertole che volontariamente perdono la coda, i granchi possono “disfarsi” di una chela, che ricrescerà, per sfuggire ad un predatore). Il secondo carattere, probabilmente meno ambiguo, è la forma dell’addome: triangolare nei maschi, rotondo nelle femmine (alcune foto che mostrano le differenze).

Nel periodo riproduttivo (Giugno - Settembre) i maschi ingaggiano lotte per il diritto all’accoppiamento. Le femmine depongono fino a 200 uova custodite in una sacca addominale e, una volta nati, i giovani granchi sono accuditi e trasportati dalla madre per circa due settimane. Poi, ognuno per la sua strada. Si cibano di insetti, larve di insetti, lombrichi, pesci (assenti nelle nostre campagne, ma sono stati avvistati granchi che acquistavano pesce fresco dai pescivendoli della zona), molluschi e vegetali.

Non è raro trovarne i carapaci e le chele, resti di predazione da parte di volpi, donnole, ratti, uccelli rapaci, ma anche idioti a due gambe che li ammazzano per i più ignobili e futili motivi.

Nell'arco della mia stramba vita ho trovato tre colonie di granchi nella zona del ciummo, ognuna separata un paio di chilometri dall'altra. Di queste, una è sparita per cause antropiche (spero sempre che abbia trovato un posto migliore), una resiste indomita alla stupidità umana e dell'ultima non ho notizie da anni perché  un pò fuori mano.

Sarebbe interessante provare a dedurre, approssimativamente, la distribuzione di questi animali sul territorio gioiosano. Li avete mai visti? Dove? Sconsiglio di indicare i luoghi con dovizia di particolari per la salvaguardia degli animali stessi.

Fonti e approfondimenti:
Natura mediterraneo 
Wikipedia 

domenica 11 marzo 2012

I suggerimenti dei cittadini di Gioiosa Marea per un nuovo programma amministrativo

Si conclude così l'iniziativa delineata in Gioiosa Marea, verso un nuovo programma amministrativo (?). Suggerimenti e idee per un nuovo programma sono stati inviati sul gruppo facebook gioiosani e su questo blog, quindi sottoposte a discussione. Le varie proposte sono state raccolte in ordine di apparizione in un unico documento scaricabile a questo link. In base alle nostre competenze, in base ai nostri interessi ed esperienze, abbiamo evidenziato problemi locali che sarebbe opportuno risolvere e abbiamo suggerito iniziative che potrebbero essere realizzate a beneficio della comunità gioiosana.

Quelle riportate nelle pagine del documento sono, chiaramente, sintetiche bozze di quelli che, ci si augura, potrebbero essere i corrispettivi progetti finali sviluppati da figure competenti e dedicate della prossima amministrazione. Quindi siano, queste “proposte”, da intendere come suggerimenti ai futuri amministratori di Gioiosa Marea. 

Dalle pagine che seguono emerge, forte, il diffuso desiderio di una più attenta cura del territorio, dalla raccolta differenziata alla valorizzazione dei patrimoni archeologici e dell’agricoltura locale, alla sicurezza della viabilità stradale fino al recupero del cielo stellato. Ma non c’è solo questo. Leggere per credere!

Ringrazio, per il loro contributo, Vincenzo Amato, Domenico Barnà, Tindaro Buzzanca, Basilio La Galia, Vincenzo Lupica, Francesco Marino, Tino Mastrolembo Ventura, Giusy Pizzo, Giovanna Salis, Giovanni Sorbera e Davide Ventura. 

Dedichiamo questo lavoro ai futuri amministratori del nostro paese, Gioiosa Marea.

sabato 3 marzo 2012

Proposte per un nuovo programma amministrativo - last call

In risposta all'iniziativa delineata in Gioiosa Marea, verso un nuovo programma amministrativo (?)  suggerimenti e idee per un nuovo programma sono stati inviati sul gruppo facebook gioiosani e su questo blogLe varie proposte sono state raccolte in ordine di apparizione in un unico file - in fase di elaborazione - scaricabile a questo link.

Visto l'avvicinarsi delle elezioni (6-7 Maggio) pubblicherò la versione definitiva del documento entro il prossimo fine settimana (10-11 Marzo) così che i prossimi candidati amministratori di Gioiosa, se lo riterranno opportuno, avranno tutto il tempo di leggerlo e trarre ispirazione per i loro programma.

Quindi, invito chiunque volesse contribuire con nuove proposte, o suggerire migliorie a quanto già inserito, a comunicarmelo entro e non oltre la data sopra indicata. I messaggi possono essere inviati a le.davide @ tiscali.it o postati direttamente su questo blog. Grazie per la collaboration.

venerdì 24 febbraio 2012

Gioiosa Marea, verso un nuovo programma amministrativo (?) - Proposta 6

In risposta all'iniziativa delineata in Gioiosa Marea, verso un nuovo programma amministrativo (?)

N.B. suggerimenti e idee sono stati inviati sul gruppo facebook gioiosaniLe varie proposte saranno raccolte in ordine di apparizione in un documento - in fase di elaborazione - scaricabile a questo link. Chiunque volesse dare il proprio contributo può postarlo sul blog o inviarmelo all'indirizzo le.davide @ tiscali.it. Al fine di rendere più efficiente il completamento del documento consiglio di redigere le proposte nella forma suggerita (Titolo conciso e autoesplicativo, Descrizione del progetto/problema, modalità di realizzazione/risoluzione, benefici alla comunità). In tal modo le proposte non saranno rielaborate né stravolte nel contenuto.

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Progetto: Consorzio degli olivicoltori gioiosani

Suggerito da: Davide Ventura

Il problema: le nostre campagne sono cosparse di numerosi uliveti privati. Tipicamente questi producono una quantità di olio che supera il fabbisogno familiare, per questo in passato era comune che i proprietari vendessero una parte della produzione, tuttavia negli ultimi anni la quantità di olio venduto ha conosciuto un drammatico declino. Tra i motivi: scarsi incentivi statali/UE, la caduta del prezzo dovuto alla presenza sul mercato di prodotti che hanno prezzi nettamente inferiori a quelli di un olio locale. Ad esempio: si trovano in commercio a prezzi che scendono fino ai 2euro/litro olii detti "extravergini" o "vergini". Questi olii hanno, difatti, solo una minima percentuale di componente "extra/vergine". Tuttavia competono con i migliori olii locali i cui prezzi salgono necessariamente attorno ai 6-7 euro/litro.

Questo scenario favorisce l'abbandono di coltivazioni che possiamo definire parte essenziale della nostra identità storica, non solo come abitanti di questo paese e queste contrade, ma come abitanti della regione mediterranea intera.


Modalità di risoluzione: il progetto probabilmente è più adatto ad essere realizzato da uno o più privati. Quindi il ruolo dell'amministrazione comunale sarebbe secondario, ma importante.

  • nell’ambito della rivalutazione delle campagne e degli antichi mestieri il comune potrebbe sostenere/coadiuvare la creazione un consorzio che riunisca i produttori locali, i frantoi e i rimondatori sostenendo iniziative che favoriscano la commercializzazione degli olii locali.
  • Facilitare l'organizzazione di attività di formazione che potrebbero andare dai corsi per assaggiatori di olii ai metodi eco-logici di coltivazione, all'insegnamento di antiche attività contadine e artigianali come la rimonda e l'innesto degli alberi, alla costruzione di ceste con rami in ulivo.
  • Le iniziative potrebbe essere pubblicizzata su canali locali come Antenna del Mediterraneo (come già avviene, ad esempio,  per un consorzio di Ficarra).
  • Collaborazioni con le scuole per la diffusione di conoscenze "in via d'estinzione", per una migliore comprensione delle attività locali e della storia del territorio.

  Benefici:
  • Favorire il recupero delle campagne abbandonate;
  • favorire il recupero di attività tradizionali dei nostri luoghi e parte integrante della nostra identità culturale;
  • rafforzamento del settore agricolo, creazione di posti di lavoro;
  • Il consorzio potrebbe collaborare con agriturismi locali per la pubblicizzazione e il commercio dei prodotti. Inoltre, questo potrebbe portare ad attività di interesse per il turista stesso allargando, di fatto, il ventaglio delle attività turistiche.

   Approfondimenti:

domenica 12 febbraio 2012

Gioiosa Marea, verso un nuovo programma amministrativo (?) - Proposta 5

In risposta all'iniziativa delineata in Gioiosa Marea, verso un nuovo programma amministrativo (?)

N.B. suggerimenti e idee sono stati inviati sul gruppo facebook gioiosaniLe varie proposte saranno raccolte in ordine di apparizione in un documento - in fase di elaborazione - scaricabile a questo link. Chiunque volesse dare il proprio contributo può postarlo sul blog o inviarmelo all'indirizzo le.davide @ tiscali.it. Al fine di rendere più efficiente il completamento del documento consiglio di redigere le proposte nella forma suggerita (Titolo conciso e autoesplicativo, Descrizione del progetto/problema, modalità di realizzazione/risoluzione, benefici alla comunità). In tal modo le proposte non saranno rielaborate né stravolte nel contenuto.

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Progetto: Paese villaggio

Suggerito da: Davide Ventura

Descrizione: assunzione di giovani gioiosani per lo svolgimento di attività tipiche dei villaggi estivi: animazione in spiaggia (acqua gym, giochi/ballo in spiaggia, intrattenimento bambini) e  piano bar serale all'aperto.

Benefici alla comunità: a beneficiarne sarebbero prima di tutto gli abitanti stessi di Gioiosa, sia in qualità di esercenti che destinatari del servizio. Come esercenti nel senso che l'iniziativa offrirebbe un'occupazione estiva per i giovani; come destinatari in quanto le attività offrirebbero intrattenimenti: nel mese di Agosto 2011 sono stati installati  in spiaggia, sotto la stazione, una rete da pallavolo, tappeti elastici e altri giochi. Nelle tre settimane in cui sono rimasti impiantati sono stati presi d'assalto mattina pomeriggio e sera: chiaramente l'iniziativa è stata apprezzata! Allo stesso modo costituirebbe un ulteriore servizio per i turisti. 
Inoltre, ci potrebbe essere un immedaito tornaconto economico in quanto un ragazzo non professionista potrebbe concedere esibizioni musicali per un paio d'ore ogni sera per un prezzo ragionevolmente basso (per esempio sui 1500 euro al mese) riducendo (ma non eliminando) la necessità di ricorrere a singole esibizioni notevolmente costose.

sabato 11 febbraio 2012

Gioiosa Marea, verso un nuovo programma amministrativo (?) - Proposta 4

In risposta all'iniziativa delineata in Gioiosa Marea, verso un nuovo programma amministrativo (?)

N.B. suggerimenti e idee sono stati inviati sul gruppo facebook gioiosaniLe varie proposte saranno raccolte in ordine di apparizione in un documento - in fase di elaborazione - scaricabile a questo link. Chiunque volesse dare il proprio contributo può postarlo sul blog o inviarmelo all'indirizzo le.davide @ tiscali.it. Al fine di rendere più efficiente il completamento del documento consiglio di redigere le proposte nella forma suggerita (Titolo conciso e autoesplicativo, Descrizione del progetto/problema, modalità di realizzazione/risoluzione, benefici alla comunità). In tal modo le proposte non saranno rielaborate né stravolte nel contenuto.

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Progetto: Mercato agricolo locale

Suggerito da: Giusy Pizzo

Il problema: quando ero bambina aspettavo con impazienza il venerdì per recarmi al mercato: le bancarelle, poste ambo i lati della strada in contrada Mangano, partivano dall’entrata principale del cimitero e arrivavano quasi fino al torrente Zappardino. Si riusciva a comprare qualsiasi cosa e anche a buon prezzo: fiori, vestiti, cibo, piante da frutto, lavori in ferro battuto, borse e varie cianfrusaglie.

Sono passati circa vent’anni o poco più e mi accorgo che le cose sono cambiate parecchio: il mercato di Gioiosa, che ricordo pieno di venditori e altrettanti compratori, è diventato quasi inesistente. Sono rimaste pochissime bancarelle, un quarto di quelle di allora, ma anche le persone che vi si recano (non essendoci quasi più niente da vedere e comprare!) sono scarse se non rare.

Allo stesso tempo gli agricoltori locali hanno assistito ad un declino dei prezzi di vendita dei loro prodotti (agrumi, olio, nocciole, castagne), ad esempio quest’anno hanno dovuto vendere le arance a 6 centesimi al kg! Lo scenario non è stato diverso negli anni precedenti. E’ noto, inoltre, che nella nostra zona molti possiedono terreni che rendono più del fabbisogno familiare. L’abbassamento dei prezzi di vendita dei prodotti, però, ha favorito l’abbandono di vasti appezzamenti ormai ridotti a macchia. Un territorio abbandonato diventa facile “preda” di incendi e una volta incendiato lascia il suolo nudo in balia delle intemperie favorendo frane e ondate di fango.

La proposta, quindi, è di realizzare un mercato dove ognuno possa vendere e comprare prodotti ortofrutticoli provenienti dalla nostra terra per la (ri)nascita e la valorizzazione di un’agricoltura locale autentica. Tra l’altro quella del “mercatino agricolo locale” è una soluzione antica e tutt’oggi applicata con successo praticamente ovunque nel mondo.

Modalità di realizzazione: penso a due possibili modalità di realizzazione:
1. arricchire il mercato già esistente ma “in fallimento” con la partecipazione degli agricoltori stessi
2. realizzare un mercatino agricolo separato all’interno del paese, per esempio nella piazza antistante il vecchio comune. Il mercato potrebbe avere cadenza bisettimanale o mensile, a seconda della produzione stagionale.
L’attività andrebbe supportata con:
  • Creazione di un consorzio dei cittadini partecipanti.
  • Incontro tra sindaco e cittadini per informare gli abitanti e definire le modalità di realizzazione, i tempi e il luogo del mercato locale.
  • Autorizzazione del comune e predisposizione di banconi o stand per sistemare e mettere in vendita i prodotti.
  • Collaborazione e impegno dei partecipanti.

Benefici alla comunità:
  1. Salute e palato: il prodotto di stagione, coltivato nei nostri terreni, è genuino, fresco e salubre e arriva sulle nostre tavole mantenendosi meglio rispetto agli alimenti che attraversano mezzo pianeta prima di arrivare a giusta maturazione nei supermercati. Per non parlare di certe grandi coltivazioni a scopo commerciale dove, per massimizzare la produzione, si ricorre a concimazioni non naturali e dagli effetti negativi su ambiente e salute. Il risultato è un insieme di ortaggi bellissimi, ma poco saporiti e salutari!
  2. Vantaggi economici: riducendo le spese di trasporto e trasferendo i prodotti direttamente dal produttore al consumatore i costi di acquisto scendono. L’acquirente risparmia e l’agricoltore locale guadagna. Inoltre, considerando l’attuale momento di crisi, un mercato locale darebbe l’opportunità ai cittadini disoccupati che possiedono dei terreni di trovare una possibile occupazione e di conseguenza una modesta fonte di reddito.
  3. L’attività favorirebbe il recupero delle campagne ormai abbandonate e trascurate, la rivalutazione del territorio e una maggiore valorizzazione dell’agricoltura.
  4. Infine, potremmo contribuire alla rinascita del mercato Gioiosano.

giovedì 9 febbraio 2012

Verso un nuovo programma amministrativo per Gioiosa (?) - proposta 3

In risposta all'iniziativa delineata in Gioiosa Marea, verso un nuovo programma amministrativo (?)

N.B. suggerimenti e idee sono stati inviati sul gruppo facebook gioiosani. Le varie proposte saranno raccolte in ordine di apparizione in un documento - in fase di elaborazione - scaricabile a questo link. Chiunque volesse dare il proprio contributo può postarlo sul blog o inviarmelo all'indirizzo le.davide @ tiscali.it. Al fine di rendere più efficiente il completamento del documento consiglio di redigere le proposte nella forma suggerita (Titolo conciso e autoesplicativo, Descrizione del progetto/problema, modalità di realizzazione/risoluzione, benefici alla comunità). In tal modo le proposte non saranno rielaborate né stravolte nel contenuto.

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Progetto: ampliamento funzionalità dell'ufficio turistico

Suggerito da: Davide Ventura

Descrizione: far sì che l'ufficio turistico/informazioni aggiunga alle sue correnti funzionalità quella di operare alla pari di un'agenzia viaggi dedita esclusivamente a prenotare strutture alberghiere e case vacanza nel comune di Gioiosa. 

Modalità di realizzazione: per supportare queste nuove funzionalità dell'ufficio, e per migliorarne le prestazioni in generale, si potrebbe creare un sito internet ad hoc curato dai dipendenti dell'ufficio stesso. Inoltre un sito gestito dall'ufficio turistico potrebbe fornire dettagliate informazioni sugli eventi in via di realizzazione, eventuali attività che è possibile intraprendere ma scarsamente pubblicizzate (ad esempio esistono percorsi naturalistici, con tanto di segnaletica, di cui quasi nessuno conosce l'esistenza).

Benefici alla comunità: facilitare l'afflusso turistico sul territorio gioiosano e pubblicizzare tra i cittadini stessi eventuali attività.

domenica 5 febbraio 2012

Verso un nuovo programma amministrativo per Gioiosa (?) - proposta 2

In risposta all'iniziativa delineata in Gioiosa Marea, verso un nuovo programma amministrativo (?)
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Progetto: manutenzione delle carreggiate

Suggerito da: Anonimo

Il problema: si parla spesso di sicurezza stradale e si finisce col puntare il dito contro le condotte di guida pericolose degli automobilisti, le stragi del sabato sera, l'alta velocità e la guida in stato di ebbrezza. Tutti questi aspetti sono ovviamente da condannare, punire e prevenire. Meno attenzione si ravvisa però nei casi di scarsa sicurezza stradale dovuta alla cattiva manutenzione, alla noncuranza e al dissesto delle strade.
Il disfacimento del manto stradale riduce la sicurezza su strada per tutti e spesso provoca danni ai veicoli; inoltre può costituire un pericolo mortale per i conducenti di motocicli e ciclomotori. Consideriamo anche che la scarsa pulizia dei cigli e delle aiuole e la trascuratezza della segnaletica verticale e orizzontale non permettono sicuramente di ottenere una migliore viabilità e una maggiore sicurezza sulla strada. Pensiamo, ad esempio, al fango che dopo gli acquazzoni troviamo sulla strada a causa delle cunette strapiene di erbacce e radici oppure alle strade di campagna extraurbane senza guard-rail che si affacciano su uno strapiombo o un vallone.

Modalità di risoluzione: aumentare la frequenza delle opere di risanamento locali, in particolare:
- rifacimento del manto stradale (dove necessario)
- ricalibratura dei fossi e delle banchine
- sfalcio dei cigli delle strade comunali urbane ed extra-urbane
- predisposizione o sostituzione Guard-Rail
- predisposizione e ripristino di segnaletica verticale e orizzontale
- sollecitazione all’ente provincia per la manutenzione delle strade provinciali (che siamo costretti a percorrere a causa dei particolari disagi della ss.113! Si vedano inoltre strade a più bassa percorrenza, ma essenziali per molti cittadini come quelle delle contrade S. Domenica, Casale, Provvidenza).

Le amministrazioni pubbliche locali potrebbero, o dovrebbero (?), destinare il 50% delle entrate provenienti dalle multe per finanziare la cura delle vie comunali.

Benefici alla comunità: migliore viabilità, sicurezza, quindi riduzione dei danni ai veicoli, alle persone e agli animali. Benefici da un punto di vista estetico e paesaggistico: mettiamoci nei panni di un turista che viene a Gioiosa e si trova a percorrere le nostre strade per andare ad esempio a Gioiosa Guardia. Che impressione danno strade trascurate e mancanza di segnaletica? Alcune volte mi è capitato di incontrare turisti spaesati, che avevano già fatto diversi giri nella speranza di trovare la loro meta.

sabato 28 gennaio 2012

Verso un nuovo programma amministrativo per Gioiosa (?) - proposta 1

In risposta all'iniziativa delineata in Gioiosa Marea, verso un nuovo programma amministrativo (?)
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Progetto: riduzione dell’inquinamento luminoso.

Suggerito da: Davide Lena

Il problema: per inquinamento luminoso (d’ora in avanti “IL”) intendiamo un’illuminazione eccessiva dell’ambiente notturno e la dispersione di luce artificiale in aree dove non risulta funzionale. In particolare verso il cielo. Gli effetti dell’IL sono molteplici e di ampio, ampissimo, respiro. Esempi? Altera i cicli vitali dell’uomo, degli animali – specialmente notturni, delle piante; influisce negativamente sulla sicurezza stradale, contribuisce allo spreco di denaro pubblico e non... la lista è lunga. Lunghissima.

Una decina di anni fa era comune incontrare nelle nostre campagne lucciole e ricci. Oggi è raro. Animali notturni come le lucciole sfruttano i loro segnali luminosi per incontrarsi e procreare. L’eccessiva illuminazione li rende invisibili ai loro simili. Molti animali (farfalle, uccelli) usano la Luna e le stelle per compiere le loro migrazioni. Deviati dalle luci cittadine muoiono miseramente. Altri sono semplicemente attratti dal bagliore delle luci (falene, insetti, tartarughe marine, organismi acquatici) cadendo facilmente preda di altri animali o morendo esausti ai piedi di un lampione. Negli umani l’IL è legato a disturbi del sonno, processi neurodegenerativi, sembra favorire cancro al seno, alla prostata, alla retina. E anche qui la lista è lunga. Sicurezza: mai sentito parlare dell’effetto palcoscenico? Su un palcoscenico e’ un abbagliamento creato ad arte: l’attore non vede il pubblico, ma il pubblico vede l’attore. Sulle nostre strade questo si verifica, ad esempio in corrispondenza dell’uscita secondaria del cimitero. Un lampione abbaglia l’autista che si dirige fuori paese. Se un uomo sta in piedi in mezzo alla strada dall’altra parte del lampione è praticamente invisibile finché non lo si mette sotto.  Dulcis in fundo: oscuramento del cielo stellato, “patrimonio dell’umanità”.

La crescente urbanizzazione del territorio gioiosano ha provocato una crescita significativa dell’IL negli ultimi decenni con una chiara accelerazione negli ultimi dieci anni provocando spese inutili, e quanto sopra accennato. Quindi ritengo auspicabile intervenire per limitare il problema.

Modalità di risoluzione: adottare – rispettandolo - un regolamento “anti-IL” come quello reperibile a questo link che porti ad orientare le scelte future verso impianti illuminotecnici adeguati; evitare impianti pubblici per illuminazione praticamente privata. Approssimativamente impianto adeguato vuol dire: lampioni bassi dotati di lampade al sodio che indirizzino il flusso luminoso a terra limitando dispersioni laterali o addirittura verso l’alto. Si vedano tutte le specifiche indicate nel regolamento. Esempio di buon impianto: quello installato dal comune di Piraino lungo il torrente Zappardino (a memoria, affermo con certezza, in corrispondenza di S.Francesco). Si provi ad osservare la fiumara, zona S.Francesco, dalle contrade alte (Francari/Maddalena) per confrontare gli effetti di un impianto pessimo (il nostro) e uno buono (il loro).

Benefici alla comunità: si veda la descrizione del problema e i chiari benefici derivanti dalla sua risoluzione. Inoltre: 1. uniformarsi al regolamento citato sopra vuol dire realizzare il famigerato “risparmio energetico”; 2. il cielo stellato è un patrimonio naturalistico impossibile da osservare in città. Come tale puo’ essere “sfruttato” in qualità di attrattiva turistica. Durante le osservazioni astronomiche organizzate in paese sono stato avvicinato da numerosi turisti che, sotto un cielo pessimo, restavano estasiati dal numero di stelle visibili... 3. il cielo stellato è un patrimonio naturalistico al pari del mare o di un bosco. Esso, inoltre, porta l’impronta di millenni di storia codificata nei nomi delle stelle e delle costellazioni. Fu il banco di lavoro di Galileo, padre del moderno metodo scientifico, e detiene i segreti dell’origine di tutte le cose fornendo agli scienziati di svariate discipline affascinanti sfide. Come tale va salvaguardato a beneficio nostro e delle generazioni a venire. 

Esempi di comuni che hanno realizzato il progetto: 
  1. Rota Greca (Calabria), primo comune del Sud Italia anti-inquinamento luminoso;
  2. San Giovanni in Marignano (Emilia-Romagna), "L'illuminazione intelligente che taglia i costi al comune".

Figure di supporto:

Impianto e qualità del cielo (in alto).

Effetto palcoscenico.
Un'illuminazione non appropriata abbassa la visibilità  (e i livelli di sicurezza).

Sinistra: insetti morti a causa del disorientamento provocato dalle luci artificiali durante una migrazione.
Centro: in condizioni normali le tartarughe marine si dirigono verso il mare.
Destra: tartarughe marine vagano disorientate sotto un lampione. 

Approfondimenti e fonti:
5. Immagini: da una presentazione del Dr.Claudio Miguel Bevilaqua, fisico presso l'osservatorio astronomico della Universitade Federal do Rio Grande do Sul (Porto Alegre, Brasile).