mercoledì 9 maggio 2012

Un'ape, la Megachile Chalicodoma Sicula

Megachile Chalicodoma Sicula
Tanto nei mesi primaverili quanto in Estate inoltrata è possibile assistere, nella nostra campagna, ad uno spettacolo antico e meraviglioso: è la vita, fremente e indaffarata, sui fiori delle erbe, degli arbusti, degli alberi. Attrice laboriosa di questa scena è l'ape.

La specie ritratta nella foto è una Megachile Chalicodoma Sicula. Nel racimolare informazioni su questo insetto mi sono imbattuto in un paio di piacevolissime letture che consiglio a chiunque abbia interessi entomologici o, più in generale, naturalistici: i Souvenirs Entomologiques e Nouvelles researches sur les chalicodomes di Fabre. Le informazioni che propongo di seguito seguono principalmente questi scritti con qualche arricchimento proveniente da fonti più recenti che troverete elencate a fine pagina. La segnalazione di eventuali errori è sempre ben accetta.

Torniamo a noi, anzi, a lei: nonostante il nome, l'ape in questione non è caratteristica del paese dell'Etna, ma la si trova distribuita in vari Paesi della regione mediterranea (Spagna, Francia, regioni meridionali d'italia, Grecia, Nord Africa, Gioiosa Marea). E' caratterizzata da un "pellicciotto" bruno-rossastro senza marcate differenze sessuali. E' particolarmente attiva nel mese di Maggio quando la si sorprende intenta alla costruzione del nido. Nel suo diario entomologico Fabre racconta della predilezione che la Chalicodoma Sicula mostrava per i luoghi antropizzati dove le strade in terra battuta fornivano, in abbondanza, materiale per la costruzione del nido. L'ape, tremendamente dedita al proprio lavoro, non si curava delle minacce circostanti lasciandosi facilmente calpestare dal piede dei passanti e delle bestie!

Il nido, è una struttura tendenzialmente sferica o semisferica, simile ad una palla di terra, delle dimensioni di un'albicocca. Lo si trova attaccato alle rocce (da cui il nome chalicodoma: che fa il nido sulla pietra),  ai muri delle case (tipicamente nella parte inferiore dei balconi) o a sottili ramoscelli degli arbusti. Nei giorni di fine Aprile-inizio Maggio le femmine raccolgono sabbia o terriccio secco che lavorano con le mandibole. La scelta del materiale secco è fondamentale: sebbene più difficile da lavorare del materiale umido la natura secca garantisce un avido assorbimento della saliva che, per la sua composizione chimica (ricca in idrocarburi a catena lunga), garantisce impermeabilità alle piogge per lunghi periodi (anni!). L'ape si dimostra saggia non solo nella scelta dei materiali, ma anche nella scelta della base di appoggio: con attenzione evita muri dall'intonaco crepato che, in caso di distacco, metterebbe a repentaglio l'integrità del nido. Questo può essere isolato, o in una colonia popolata da individui che anno, dopo anno, ristrutturano vecchi nidi e ve ne aggiungono di nuovi arrivando a ricoprire aree di svariati metri quadri. In questi casi l'intera struttura costituita dalla sovrapposizione di decine o centinaia di nidi arriva a pesare decine di kg. In una lettera al suo contemporaneo Charles Darwin Fabre riportava la storia di un contadino che sistematicamente doveva disfarsi dei nidi di calicodoma onde evitare danni al tetto della sua abitazione.

La costruzione del nido. Per un paio di giorni l'ape si dedica, in quattro atti, alla realizzazione di una cella compiuta: 1. costruzione della cella (struttura esteriore con materiale relativamente grezzo e rifinitura delle pareti interne che saranno a contatto con la larva delicata); 2. approvvigionamento (metà della cella è riempita con miele che servirà da nutrimento alla larva. Fabre riporta della predilezione che le calicodome mostravano per il nettere della Genista Scorpius, simile, se non uguale, a quella che dalle nostre parti è chiamata "lastra", in dialetto, o ginestra spinosa); 3. deposizione dell'uovo; 4. chiusura. Completata l'opera, l'ape comincia la costruzione di ulteriori celle, da sei a dieci. Infine, ricopre l'insieme con uno strato di materiale fine dello spessore di circa un centimetro. Questo garantisce la protezione delle uova e dei nascituri dalla calura estiva, dalle piogge autunnali e dal freddo invernale. Meravigliosa Natura!

Come distinguere maschi e femmine? Possiamo ricorrere ad almeno due caratteristiche: una comportamentale ed una fisiologica. Quella comportamentale: i maschi sono degli scanzafatiche, quindi se vedete una calicodoma lavorare per la costruzione del nido, quella è una femmina. Quella fisiologica: il numero degli articoli nelle antenne (13 nei maschi, 12 nelle femmine. Nella prima figura di questa pagina è possibile contarli).

Curiosità: oltre ai due grandi occhi composti laterali la calicodoma possiede tre occhi singoli posteriori (chiaramente visibili nella prima figura di questa pagina).


Fonti e approfondimenti: 
3. Colonia (figg. 3, 4, 5, 6)


lunedì 7 maggio 2012

Perché adoro le elezioni di paese

Mondo! Oggi ti infliggo il mio pensiero. Ma come sai io scrivo alla mia Campagna che da sempre adoro e tremendamente amo.

Cara Campagna, le votazioni per la prossima amministrazione comunale sono finite da pochi minuti e sai che pensavo? Pensavo che le azioni e le parole ci attribuiscono un peso. Così veniamo pesati su una scala assoluta o relativa (poco importa e a pochi importa). Azioni e parole pesano la maturità dell’individuo, la personalità, i suoi interessi e le sue priorità, la dabbenaggine o l’arguzia di pensiero, l’altruismo e l’egoismo. Il savoir faire - beato chi ce l’ha! Per questo mi piacciono le elezioni di paese. Perché ognuno, più che mai, senza pudore, ma tra orecchie amiche, appoggia, sulla bilancia, il suo culetto. Ordunque ci siamo pesati in massa senza distinzione di sesso, età, estrazione sociale e colore di capelli. Io spero d’essermela cavata bene.

Cara Campagna, fatta di terra di pietra e di legno, devi sapere che in queste elezioni gioiosane c’è almeno un aspetto storico: sono le prime avvenute sull’onda del web (di facebook, per essere precisi) e sebbene lontano, con il corpo ma non con la mente (ti penso sempre, lo sai!), mi sono intrufolato, o sono stato trascinato a forza, nei discorsi della gente (e nei popolari - quanto spesso poco interessanti - commenti facebookkiani). Ebbene, cara mia adorata Campagna che riposi materna sotto la grande Luna di queste elezioni, ritenendo che il campione di individui considerati sia statisticamente significativo e rappresentativo, concludo che la nostra popolazione è ancora troppo zeppa di elementi immaturi (e mi riferisco ad elementi ben oltre il muretto dei trent’anni, dai quali ti aspetti un esempio, un modello educativo. Fail.). Una popolazione spesso deficiente di sano spirito competitivo e costruttivo. Intrisa di familismo e favoritismo. Qualcuno vaneggia, pesta i piedi e s’indigna con fare da signorotto locale. Ma si, si, hai ragione di che mi stupisco, per cosa mi inalbero!? Ah! Quanto vorrei assomigliarti nel tuo sereno vivere.

Io ti auguro, Campagna cara, che queste elezioni diano il potere a chi ha a cuore il nostro paese e le sue contrade tutte. Ma è una cultura nuova che ti serve, non un’altra amministrazione. Dico “ti serve” e coscientemente sbaglio poiché a te, eterna Campagna, non serve niente. E’ a noi che serve la cultura nuova. E questa non verrà magicamente dalle stelle, né dagli abissi dei mari. Ognuno di noi è responsabile nel costruirla, con dedizione e impegno, giorno dopo giorno, senza compromessi.

Infine ti racconto un fatto, ché sono certo sarà interessante per tutti i nostri candidati che fanno dell’ecologia un cavallo di battaglia (ché oggi è di moda, lo sai!): all’istituto dove studio si è svolto in questi giorni un grande evento, un exhibit, “Imagine RIT”, dove ogni gruppo di ricerca mostra al grande pubblico le meraviglie del suo lavoro. Migliaia di persone vi affluiscono. Una giornata straordinaria! Come che sia, ho chiesto: perché non abbiamo preparato degli opuscoli per i visitatori? In coro mi hanno detto, quasi rimproverato: it’s not green! (Non è ecologico!). Minchia se mi sono vergognato! Ho pensato: che avrebbe detto la mia Campagna se mi avesse sentito? Perdonami, ti prego! Comunque, sono sicuro che i rappresentanti delle liste, per dare il buon esempio, e mantenersi coerenti, organizzeranno una giornata dove andranno in giro a raccogliere quel milione di volantini con le loro facce sorridenti sparsi in giro per le strade e sul tuo manto erboso.

Concludo Campagna, concludo! So che sei indaffarata con la Primavera. Con tutti quei fiori e foglie e insetti e animaletti avrai il tuo bel da fare. Come farai a mandare tutto avanti, solo tu lo sai. Ti ho scritto principalmente per questo, per dirti che, mentre tu sei stata indaffarata con le stagioni, tutti quanti ci siamo pesati. E questo conta quanto se non più del risultato delle elezioni stesse, giacché le elezioni passano, le amministrazioni pure, la gente resta, specialmente in un paesino!, ed è mio modesto parere che molti degli eventi che determinano il successo o il fallimento di una società dipendono in misura significativa dall’iniziativa del singolo. Nulla tolgo all’amministrazione che, certo, ha ruolo assai importante.

Rinnovo saluti e auguri. A presto!
Affettuosamente tuo.