lunedì 19 gennaio 2015

Gioiosa ha detto no

Convinti d'inseguire il benessere, il progresso, apriamo le porte a tecnologie, innovazioni, di cui spesso ignoriamo gli effetti collaterali. Negli ultimi decenni Gioiosa Marea è stata interessata da uno scriteriato e selvaggio proliferare di lampioni per l'illuminazione pubblica, inasprendo il problema del cosiddetto "inquinamento luminoso", ovvero la perdita del buio notturno. Ho già scritto e detto numerose volte dei seri effetti che questo produce sulla salute umana e sulla fauna locale. L'ho fatto sui siti gioiosani, tramite lettere aperte agli amministratori, tramite "I suggerimenti dei cittadini per un nuovo programma amministrativo", durante le osservazioni astronomiche che ho più volte organizzato. Per i lettori più zelanti qui allego solo una breve nota reperibile a questo link.

Contrastare l'inquinamento luminoso richiede una scelta oculata dei lampioni. Per esempio è bene che la lampadina sia nascosta dalla visione diretta, che gli impianti di illuminazione siano bassi, con minima dispersione laterale, con luce arancione (ecco una vignetta illustrativa). Impianti con alcune di queste caratteristiche si vedono lungo il torrente Zappardino, dal lato Piraino. 
Gioiosa, invece, imperterrita dice "no": si continuano ad installare lampioni alla vecchia maniera: numerosi, alti, con luce bianca e lampadina ben visibile (senza plafoniera piatta). Ecco un esempio:


Esempio di recente impianto nei pressi del cimitero.

In contrada San Francesco si realizzano finalmente i "Lavori di recupero e sistemazione del borgo…". Quando anni fa cercai di ottenere informazioni sul tipo di illuminazione che avrebbero usato, mi liquidarono, allora come ora, con un "il progetto è già stato fatto". Probabilmente riceveremo un'altra cinquantina di lampioni inappropriati ("lanterne artistiche") accesi mediamente otto ore a notte per trecentosessantacinque notti all'anno. 

Gioiosa, più volte autoproclamatasi "perla del Mediterraneo" e meta turistica, offre ben poche attrazioni in aggiunta ad un mare periodicamente invaso dai liquami fognari. Una di queste attrazioni *dovrebbe* essere quel cielo stellato che non appartiene al quotidiano del tanto conteso turista metropolitano. Tuttavia le amministrazioni fanno orecchie da mercante e i cosiddetti agriturismi locali fanno a gara a chi s'illumina di più.

"Cura del territorio", "sviluppo eco-sostenibile", restano stalloni di battaglia da campagna elettorale. Nelle stalle aspettano la prossima parata. Ogni tanto riecheggia un nitrito che poi si perde nel maestrale. Verrà il giorno in cui saremo amministrati da figure professionali, preparate, con un interesse genuino verso il territorio e la popolazione? Ma soprattutto, verrà il giorno in cui gli interventi sul territorio saranno davvero delle migliorie?