domenica 12 marzo 2017

L’inciviltà costa - storie di quotidiana monnezza (remake)

Lasciato alle spalle il perimetro del paese di Gioiosa Marea l’occhio del viaggiatore che si affaccia sulla campagna, sul torrente Zappardino, cade su frammenti colorati, cumuli artificiali che scandiscono il miglio di strade in dissesto, contese dalla frasca. Insomma, unni ti giri giri c’è munnizza, c’è il segno dell’incuria del territorio. Non molto tempo addietro l’indigeno gioiosano disponeva solo del classico e maleodorante cassonetto della spazzatura per disporre dei sui rifiuti. Oggi non è più così. Una volta tanto, la situazione cambia in meglio, resta però l’abitudine di abbandonare la monnezza a bordo strada, o negli spiazzi naturali un po’ nascosti; anche in mezzo al paese - non è raro imbattersi in individui che con naturalezza gettano carte e mozziconi di sigaretta per strada. I cestini non mancano, e anche se mancassero…

Al servizio del gioiosano c’è ora il centro comunale di raccolta gestito dall’azienda LEMAC. Ci sono tre sedi dove il pubblico può conferire i prodotti differenziati da riciclare. Una sede a Gioiosa, in paese, una a San Giorgio, e una in contrada Calitù, a un paio di chilometri da Gioiosa, salendo lungo il torrente Zappardino.

Nei centri di Gioiosa e di San Giorgio si possono conferire solo carta, plastica, vetro e latta. Nel centro di contrada Calitù si possono conferire prodotti elettronici (computers e televisioni), oggetti in legno e metallo, e i famigerati rifiuti ingombranti (lavatrici, frigoriferi), quelli che spesso troviamo abbandonati nei luoghi più disparati: accanto ai cassonetti, a bordo strada, in aperta campagna - tutto in maniera perfettamente incivile e illegale.




Che succede a questi rifiuti abbandonati illegalmente? Molti rimangono lì dove sono ('nto Ciummu, 'nto Vadduni di Buffi, a Tardiolu, etc) per ricordare alle generazioni future che tipo di gente dimorava in questi luoghi. Quelli abbandonati nei posti più evidenti e facilmente raggiungibili vengono ritirati dal comune. Ovvero dalla ditta che si occupa dello smaltimento rifiuti. Ovviamente per il comune quest’operazione ha un costo – chi paga? I cittadini, probi e non. Questo scenario risulta tanto più fastidioso se si considera che un privato dispone di ben due opzioni gratuite per disfarsi dei rifiuti ingombranti: la prima opzione consiste nel richiedere il ritiro dei rifiuti telefonando all’ufficio pubbliche relazioni del comune e concordare la data di ritiro. La seconda opzione, delineata sopra, consiste nel conferire i rifiuti direttamente al centro LEMAC. Purtroppo si preferisce caricare il tutto in macchina e poi abbandonarlo in giro – talvolta presso i cassonetti della spazzatura situati nei pressi del ponte dell’autostrada, a poche centinaia di metri dal centro LEMAC!

Oltre ad un senso di beatitudine derivato dalla consapevolezza d’aver compiuto una buona azione, cosa ottiene il cittadino che usufruisce del centro LEMAC? Degli incentivi economici: ogni volta che un utente conferisce dei rifiuti questi vengono registrati, segnandone quantitativo e natura. A fine anno la LEMAC comunica i dati al comune e il cittadino riceve uno sgravio sulla tassa per i rifiuti. Inoltre, l’utente riceve degli “ecopunti”. Questi gli permettono di ottenere degli sconti presso le attività aderenti all’iniziativa “Ricical” (per la quale è stata anche creata l’omonima pagina facebook). 

L’affezionato dell’indifferenziato dovrebbe ora notare che questo, l’indifferenziato, si paga “a peso”. E purtroppo non è raro che chi effettua piccoli lavori di muratura getti gli scarti nel bidone dell’indifferenziato. Questo materiale pesa enormemente facendo schizzare alle stelle i costi dello smaltimento. I laterizi, invece vanno smaltiti presso appositi centri - come la LEMAC. Per chi non lo sapesse, abbandonare gli scarti della muratura, anche in terreno privato, è un reato.

Riassumendo - per te che ti sei distratto nel mezzo del discorso, per lei che va di fretta, e per quegli altri che in fondo in fondo... - a Gioiosa la differenziata ci garantisce sgravi fiscali, alleggerisce le spese del comune, e ci aiuta a mantenere pulito il nostro territorio. Al contrario l’inciviltà costa. La paghiamo tutti con moneta delle nostre tasche, col degrado del posto in cui viviamo, e con l’inquinamento delle acque che beviamo. A chi se ne fotte che mi sento di dire? A stronzo! Nun te reggae più!