Da secoli il vino è una bevanda che accompagna il cibo e vivacizza i commensali con il suo sapore. Così, ancora oggi, durante il periodo della vendemmia assistiamo ad un ripopolamento delle campagne.
“Vigna Tigna!” (chi ha la vigna ha la tigna) è uno dei proverbi che i nostri nonni ricordano e si riferisce al fatto che la cura della vigna richiede tempo e fatica. Così, in questi giorni d’Autunno, ci raccontano come curare la vigna arrivando alla fase della vendemmia per poi portare in tavola una buona bottiglia di vino:
"Il vigneto necessita tante, tantissime attenzioni e operazioni che si ripetono di anno in anno: già dopo la vendemmia - dicono gli anziani - bisognerebbe “scuasare” la vigna, cioè fare una conca attorno alla pianta; in questo modo le foglie secche cadranno all’interno di essa e, con le piogge invernali, fertilizzeranno il terreno assicurando una concimazione naturale del terreno.
Passate le festività natalizie, tra una giocata a carte, una tombola e grandi mangiate con parenti e amici, verso Febbraio, ci si reca nei vigneti per tagliare i sarmenti, togliere quindi gran parte dei vecchi rami, lasciando il tronco della pianta con solo quelle poche ramificazioni che sembrano più adatte a portare dei frutti. Ovviamente bisogna stare attenti a ciò che si fa perchè questa è un’operazione delicata e importante ai fini produttivi. Richiede anni di esperienza!
Poi, tra la fine di Marzo e gli inizi di Aprile, bisogna sistemare i paletti, uno per ogni vite, e legarvi i rami ancora spogli. Questo lavoro permette di passare tra le piante con il motozappa o il cingolato per zappare il terreno, girando attorno alle piante senza danneggiarle ed eliminando le erbacce infestanti.
Con il passare delle settimane crescono foglie e i nuovi sarmenti. Allora ci si reca ancora una volta nel vigneto per legare al paletto questi giovani rami e cospargere omogeneamente la vite di zolfo per evitare il proliferare di malattie e parassiti.
Con il passare delle settimane crescono foglie e i nuovi sarmenti. Allora ci si reca ancora una volta nel vigneto per legare al paletto questi giovani rami e cospargere omogeneamente la vite di zolfo per evitare il proliferare di malattie e parassiti.
Finalmente, nei mesi estivi, ci accorgiamo del disacerbarsi degli acini dell’uva e aspettiamo fin quando siano giunti a una completa maturazione. Se il tempo si mantiene caldo e bello, arriva così, tra il mese di Settembre e il mese di Ottobre, la vendemmia!
L’uva viene raccolta, per il trasporto, in cassette di plastica che non la danneggino, evitando schiacciature che porterebbero all'inizio di fermentazioni; viene portata al palmento per essere spremuta e compressa col torchio. Il succo che si ricava, detto mosto, è parzialmente utilizzato per la preparazione di un dolce contadino, la mostarda, mentre la maggior parte rimane nelle botti a fermentare fino all’11 Novembre, giorno dedicato ai festeggiamenti di San Martino e tradizionalmente considerato come momento di degustazione del vino nuovo che troveremo, poi, sulle nostre tavole!"
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