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L'asparago selvatico (asparagus acutifolius) è una delle piante selvatiche più popolari del circondario gioiosano. Tanto grande è la devozione verso questa pianta che torme di pellegrini si abbattono, nel mese di Marzo, sulle colline circostanti, per i dirupi, nei valloni, per cercarne i teneri germogli e friggerli con tanto di uova oppure abbrustolirli sulle braci delle conche (insomma, paiono cose d'altri tempi).
La pianta madre è detta - in dialetto - spinapulici (pungi pulci) per via delle foglie piccole, sottili e pungenti. Oggi come un tempo, se ne usano i rami, prima di San Martino, per proteggere la bocca delle botti da topi e zampalei (moscerini). Tuttavia, in questo ruolo, è spesso sostituita dai ricci di castagni.
C'è chi ne ricorda l'uso nei presepi, dov'era usata, a rappresentare gli alberi, con tanto di bacche rosse e dei ciuffetti di cotone a mo' di neve.
C'è chi ne ricorda l'uso nei presepi, dov'era usata, a rappresentare gli alberi, con tanto di bacche rosse e dei ciuffetti di cotone a mo' di neve.
Foto: Il Pirata Pervinca.
Fonti:
1. Esperienza diretta.
2. Cunti di Melina e u 'zu Giuvanni.
Fonti:
1. Esperienza diretta.
2. Cunti di Melina e u 'zu Giuvanni.
Paiono cose d'altri tempi, ma sono buonissime cucinate a frittelle con uova e parmigiano, messe dentro due fette di pane, sono una vera delizia.
RispondiEliminaUn saluto Mariella