domenica 12 settembre 2010

C'era una volta "u jornu di luminari"


Con grande piacere pubblichiamo il ricordo di un antico rito dei nostri luoghi ormai quasi dimenticato: le luminarie, grandi falò accesi dai contadini la sera precendente ad una festa religiosa come la ricorrenza della Madonna del Tindari (8 Settembre). L'autore è anonimo.

Erano gli anni ’70, gli anni in cui le contrade di Gioiosa erano popolate da tanti ragazze e ragazzi. Certo erano anni in cui ci si divertiva in maniera diversa: non c’erano discoteche da frequentare né tantomeno computers che ci tenevano incollati alla sedia. A San Francesco ci si incontrava lungo il torrente Zappardino, i maschietti a tirare due calci al pallone, le femminucce a giocare a “i baculi”, tutti insieme, tutti uniti, pronti a nasconderci tra le toppe all’apparire in lontananza del maestro Alfredo, buon grande maestro, ma era il nostro spauracchio. Eravamo un bel gruppo fra grandi e piccini (qualcuno non è più tra noi). Ci divertivamo con le cose semplici ma i tempi erano diversi (anche gli animi erano diversi) cosi aspettavamo con impazienza che arrivasse la vigilia del Tindari, il giorno delle “luminarie”.

Un paio di giorni prima si andava tutti insieme per le campagne a raccogliere legna da ardere che veniva ammucchiata fino a formare una piramide più alta possibile. Quanta fatica, ma quanto era divertente! Distanti l’uno dall’altro si e no 100 m e la sera della vigilia, finalmente, al tramonto, si stava tutti li affacciati a contemplare le nostre “luminarie” che con fiamme sempre più alte illuminavano il nostro torrente di una luce calda e soffusa.

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